Il Chieri -1-

di Redazione Commenta

Mentre guardava Merilys, agile e sicura come un daino, che s’inerpicava per il pendio, Chiaryl provò una profonda quanto inspiegabile tristezza. Gli sembravano trascorsi pochi giorni da quando aveva trovato la bambina umana che piangeva sui corpi senza vita dei suoi genitori, nella foresta che lui chiamava casa. Erano stati dei pazza ad avventurarsi così lontano in quelle terre desolata, senza l’aiuto di nessuno, ma da quanto gli aveva raccontato la ragazza, che all’epoca era una bambina di nove o dieci anni, i suoi genitori stavano fuggendo da gente della loro stessa razza, per far perdere le loro tracce nell’inesplorato territorio montuoso. La loro avventura era finita male, e anche la figlioletta avrebbe trovato la morte se non fosse stato per l’intervento di Chiaryl. Ora il chieri cominciava a pentirsi della sua decisione di adottare quella figlia aliene.
I pochi membri superstiti del popolo un tempo vitale e potente di Chiaryl, erano diventati malaticci e solitari nel corso di quei lunghi anni, depressi per l’estinzione della loro razza e del loro mondo. Avevano un genere sesuale mutevole: una stagione maschi, l’altra femmine, e un’altra ancora privi di sesso. Col trascorrere del tempo il loro numero si era ridotto sempre più, mentre il loro impulso all’accoppiamento diminuiva, finché non erano nati più bambini. Forse era stato il segreto desiderio di avere un bambino tutto per lei che aveva indotto Chiaryl, in quel periodo della sua fase femminile, ad adottare Merilys. Sarebbe stato più pietoso lasciarla morire tra la neve della montagna, oppure, visto che la chieri si era sentita spinta a salvarla, farla tornare da quelli della sua razza. Ma quello che era fatto, era fatto. Lei aveva imparato ad amare Merilys, e ora lui doveva biasimare soltanto se stesso per le conseguenze.
“Chiaryl, guarda cosa Ha trovato Chacka per cena”, esclamò allegramente Merilys mentrerisaliva il pendio verso di lui. Aveva in mano un grosso fungo marrone. “Ce n’è un’intera famiglia laggiù, sotto gli alberi.”
Fonte: Marion Zimmer Bradley Presenta “Le Nevi di Darkover”

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