La regina della neve -parte dieci-

di Redazione Commenta

«Come!» esclamò Gerda «non c’è neppure una rosa?» Saltò tra le aiuole, cercò e cercò, ma non ne trovò nessuna, allora si sedette e cominciò a piangere, ma le sue calde lacrime caddero proprio dove un rosaio era stato seppellito. E quando quelle lacrime bagnarono la terra, il rosaio improvvisamente spuntò fuori, tutto in fiore proprio come quando era sprofondato, e Gerda lo abbracciò, baciò le rose e pensò a quelle splendide rose di casa sua e così pensò anche al piccolo Kay.
«Oh, quanto tempo ho perso!» disse la bambina. «Devo trovare Kay! Voi non sapete dove si trova?» chiese alle rose «credete che sia morto?»
«No, non è morto» risposero le rose. «Noi siamo state sotto terra, là si trovano tutti i morti, e Kay non c’era.»
«Grazie!» disse la piccola Gerda, dirigendosi verso gli altri fiori; guardò nei loro calici e chiese: «Voi non sapete dove si trova il piccolo Kay?».
Ma ogni fiore si trovava al sole a sognare la sua favola o la sua storia, e la piccola Gerda ne sentì moltissime, ma nessuna le parlava di Kay.
Che cosa disse il giglio rosso?
«Senti il tamburo? bum! bum! ci sono solo due tonalità, sempre bum! bum! Senti il lamento di dolore delle donne? Senti il grido dei sacerdoti? Nel suo lungo mantello la donna indiana sta sul rogo, le fiamme avvolgono lei e il marito morto ma la donna indiana pensa a colui che vive, a colui i cui occhi bruciano il suo cuore più caldi delle fiamme che presto trasformeranno il suo corpo in cenere. Può la fiamma del cuore morire nella fiamma del rogo?»

E’ la mia storia
«Io non capisco niente!» disse la piccola Gerda.
«È la mia storia!» disse il giglio rosso.
Che cosa dice il convolvolo?
«Là in fondo alla stretta strada di montagna si trova una antica rocca; la fitta edera verde cresce lungo i vecchi muri rossi, foglia dopo foglia, fino intorno al balcone, lì si trova una graziosa fanciulla che si affaccia oltre il parapetto e guarda verso la strada. Nessuna rosa che spunta tra i rami è più fresca di lei, nessun fiore di melo, che il vento porta via dall’albero, è più leggero di lei; come fruscia il suo magnifico mantello di seta! “Eppure lui non arriva!”.»
«E Kay che intendi?» chiese la piccola Gerda.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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