Adozioni gay nel mondo: un quadro generale

di Redazione Commenta

L’argomento è certamente uno di quelli che fa discutere… Con l’espressione adozione da parte di coppie dello stesso sesso si indica l’adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso. Nel linguaggio corrente e dai mass media si utilizza comunemente l’espressione “Adozione gay”.
Umberto Veronesi, nel 2006, si era espresso così in merito alle adozioni gay in Italia: “È troppo semplicistico ritenere che un bambino, per crescere in modo equilibrato, abbia bisogno della presenza di un padre e di una madre di sesso diverso. Nessuna ricerca scientifica dimostra che essere figli di omosessuali è pericoloso per l’acquisizione della propria identità di genere. La verità è che la società ha bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti: basti pensare a quello che è successo 30 anni fa ai figli dei separati, che si sentivano a disagio e cercavano di nascondere la loro realtà. Adesso, invece, essere figli di separati è quasi normale“.
Da allora non sono stati fatti molti passi avanti in questa materia, e allora vediamo di dare un quadro generale…

ADOZIONI GAY IN EUROPA
Il 24 gennaio 2008, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che anche gli omosessuali hanno diritto ad adottare un bambino. L’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale in Regno Unito, Spagna, Svezia, Belgio, Olanda, Islanda e Israele. Germania, Norvegia, Danimarca e Finlandia permettono la “stepchild-adoption” (traduzione letterale: “adozione del figliastro”), cioè permette ai partner di una unione civile di adottare i figli naturali (o adottati) che la/il partner avesse avuto da precedente matrimonio o unione.
In Irlanda e Francia i single, sia omosessuali che eterosessuali, possono richiedere l’adozione.

ADOZIONI GAY IN ITALIA
La legge 4 maggio 1983, n. 184 e successive modificazioni prevede che la dichiarazione di disponibilità all’adozione debba essere effettuata da una coppia coniugata da almeno tre anni. Il periodo di convivenza more uxorio è considerato alla stessa stregua di quello del matrimonio, fermo restando il fatto che la coppia deve comunque essere coniugata al momento della presentazione della disponibilità.
L’art. 44 prevede, tuttavia, deroghe per alcuni casi specifici:
* quando gli adottandi sono uniti al minore – orfano di padre e di madre – da vincolo di parentela fino al sesto grado o da rapporto stabile e duraturo preesistente alla perdita dei genitori,
* quando un coniuge adotta il figlio, anche adottivo, dell’altro coniuge,
* quando il minore è portatore di handicap e orfano di entrambi i genitori,
* quando non sia possibile l’affidamento preadottivo.
Quindi, salvo i rari casi anzi detti, non è possibile l’adozione da parte di una coppia non sposata e, dal momento che non è consentito il matrimonio di persone dello stesso sesso, l’adozione da parte di coppie omosessuali non è possibile.
Inoltre, nel caso di adozioni internazionali, oltre alle restrizioni della legislazione italiana, va tenuto conto anche delle eventuali maggiori restrizioni della legislazione del Paese di origine dell’adottato che spesso impediscono l’adozione da parte di single o coppie non coniugate.

ADOZIONI GAY IN SCOZIA
Nel settembre 2006 i membri del parlamento scozzese hanno approvato a larga maggioranza una legge che consente alle coppie gay di adottare bambini. Fino a quella data ciascun membro di tali coppie potevano adottare, ma i figli risultavano figli di genitori single e il partner era escluso dalla genitorialità e non aveva alcun legame parentale con il figlio.

ADOZIONI GAY IN FRANCIA
In Francia l’adozione da parte di un single è possibile, sebbene non lo sia da parte di una coppia legata da un PACS. Questa soluzione è tuttavia spesso resa difficoltosa dai servizi sociali alle persone apertamente omosessuali ed implica pertanto, qualora si voglia dissimulare la propria omosessualità, la necessità di mentire circa l’orientamento sessuale e persino di negare l’esistenza di un/a partner nel caso di persone ufficialmente single (ad esempio ai fini fiscali) ma che in realtà vivono una relazione di coppia.
Eccezionalmente l’adozione ordinaria ha potuto essere utilizzata in Francia per creare legami di filiazione tra il bambino e la/il partner dello stesso sesso del genitore, senza mettere fine al legame di consanguineità legale con il genitore biologico. Nondimeno, in questo caso, l’adottante esercita solo un’autorità genitoriale.
Sussiste un precedente in cui un tribunale ha accettato, a seguito di un’adozione semplice da parte della compagna della madre biologica, di accordare alle due donne congiuntamente la potestà mediante una forma di “delega della potestà genitoriale”. Questa sentenza, già diventata definitiva per mancanza di un ricorso entro i termini, è stata successivamente confermata nel febbraio 2006 dalla Corte di Cassazione francese, chiamata a decidere in merito a un “ricorso nell’interesse della legge”: la sentenza ha stabilito che entrambi le/i partner di una coppia dello stesso stesso sesso possono assumere i diritti e i doveri del/la partner biologico/a.

ADOZIONI GAY IN BELGIO
Il Parlamento del Belgio ha votato il 24 aprile 2006 una riforma che permetterà l’adozione da parte di coppie composte da persone dello stesso sesso. Dopo l’approvazione alla Camera (77 voti a favore, 62 contro e due astensioni) la legge è stata approvata senza emendamenti dal Senato con 34 voti a favore, 33 contro e due astensioni. Dal 2003 in Belgio è possibile il matrimonio omosessuale, ma sino a quella data non era possibile l’adozione, che era consentita solo alle coppie eterosessuali.

ADOZIONI GAY IN ISLANDA
In Islanda l’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso è possibile in conseguenza dell’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso adottato il 27 giugno 2010. Il disegno di legge è stato approvato dal parlamento islandese, l’Althing, l’11 giugno 2010. Nessun membro del parlamento ha votato a sfavore dell’approvazione della legge.

ADOZIONI GAY IN CANADA
In Canada, l’adozione dipende dalla giurisdizione provinciale e territoriale. L’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale in Columbia Britannica, Manitoba, Terranova e Labrador, Nuova Scozia, Ontario, Québec, Saskatchewan, e Territori del Nord-Ovest. Non è invece ammessa in New Brunswick, Isola del Principe Edoardo e Nunavut. In Alberta, i gay e le lesbiche possono adottare soltanto i figli dei loro partner. Nello Yukon la legge sull’adozione è ambigua.

ADOZIONI GAY NEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Negli Stati Uniti d’America alcuni stati (California, Massachusetts, New Jersey, New Mexico, New York, Ohio, Vermont, Washington, Wisconsin, Florida e Washington, D.C.), permettono l’adozione alle coppie gay e lesbiche.
Altri stati hanno proibito per legge le adozioni da parte di coppie lesbiche o gay.

ADOZIONI GAY IN AUSTRALIA
In Australia, l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale nell’Australian Capital Territory e in Australia Occidentale. La Tasmania permette la “stepchild-adoption”.

ADOZIONI GAY IN ISRAELE
Nel gennaio 2005 la Suprema corte di Israele ha permesso ai gay l’adozione dei figli del o della partner.

LE CRITICHE ALLE ADOZIONI GAY
L’adozione suscita polemiche e discussioni, al pari delle altre rivendicazioni delle coppie omosessuali. In questo caso, infatti, vengono coinvolti i diritti dei minori adottati. I favorevoli all’adozione, al contrario, sostengono che gli argomenti degli oppositori non sono supportati da prove scientifiche e sono carichi di pregiudizio (come quello che accosta del tutto impropriamente omosessualità e pedofilia). Numerosi studi condotti dall’American Psychological Association, American Psychiatric Association, American Academy of Pediatrics[19] e altri gruppi hanno evidenziato che non sussiste alcuna differenza, neppure minima, negli effetti della omogenitorialità rispetto alla genitorialità eterosessuale.

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