Il “Birth Plan”, un piano per il parto

di Redazione Commenta

Il “Birth Plan” è molto diffuso in Spagna, ma a poco a poco sta prendendo piede anche in Italia. E’ una sorta di elenco di preferenze relative alle principali aspetti dell’assistenza, dal travaglio fino ai giorni successivi alla nascita del bambino, che viene prima discusso con le ostetriche del reparto e poi allegato alla cartella clinica.

Ma come deve essere compilato? Il “Birth Plan” deve essere compilato dalla futura mamma e dal futuro papà e firmato da entrambi. L’importante è prendersi del tempo per riflettere bene su quello che ci si aspetta e poi iniziare a metterlo per iscritto. Un ottimo aiuto è parlarne durante il corso pre parto per chiarirsi bene le idee.

Ma come deve essere presentato? Il “Birth Plan” deve essere posto all’attenzione dell’ostetrica di turno, ma anche a tutto il personale del reparto di ostetricia. In alcuni ospedali viene richiesto anche di consegnare una copia alla direzione sanitaria.

L’importante è esprimersi su:
– chi avere accanto al momento del parto;
– avere la libertà di movimento durante il travaglio essendo libere di mettersi più comode possibili;
– i vari rimedi contro il dolore;
– se fare o meno l’episiotomia;
– si puo’ richiedere che non vengano somministrati farmaci come ad esempio l’ossitocina e che si possa procedere con manovre come quella di Kristeller solo in caso di rischio reale;
– sul taglio del cordone ombelicale;
– se avere subito o meno il contatto pelle a pelle con il proprio bambino;
– rooming in;
– allattamento esclusivo al seno.

Molto importante è ricordarsi che se il piano viene accettato non è sempre detto che venga rispettato alla lettera. Tutto dipende dall’evoluzione fisiologica del travaglio e del parto stesso.

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