Autosvezzamento, ecco come funziona

di Redazione Commenta

L’autosvezzamento è un modo particolare e sempre più diffuso di accompagnare il bambino nel passaggio dall’alimentazione esclusiva con latte materno o artificiale all’introduzione di cibi di cui ci si nutre in età adulta.

Come per lo svezzamento di stampo tradizionale, anche l’autosvezzamento ha come obiettivo quello di portare il bambino a non nutrirsi più solamente con il latte. La differenza sostanziale sta nella metodologia utilizzata per arrivare a questo scopo.

Con lo svezzamento tradizionale, al bambino vengono proposte le classiche pappe (preparate con brodo vegetale, omogeneizzati industriali o casalinghi e farine di vario genere) e successivamente vengono introdotti alimenti come la pasta o il riso, la carne o il pesce a pezzetti e le verdure di contorno.

L’autosvezzamento prevede invece che al bambino siano proposti gli stessi alimenti che compongono il pasto della sua famiglia, da assaggiare a tavola con mamma, papà ed eventuali fratelli, come alimentazione complementare al latte. Questo approccio al cibo “da adulti” avvierà un processo lento e graduale che aiuterà il bimbo ad avere la stessa alimentazione degli adulti eliminando il periodo in cui  solitamente gli viene somministrata una dieta specifica per lui.

Secondo gli esperti questo tipo di svezzamento sarebbe di grande aiuto per tutta la famiglia, in quanto il cibo preparato sarebbe molto più semplice, naturale e salutare per poterlo poi somministrare al bambino senza rischi. Di conseguenza la dieta familiare risulterebbe più bilanciata, ricca e con un apporto calorico corretto.

Ma come somministrare al bambino i cibi della tavola familiare, essendo lui ancora molto piccolo?

Piermarini, autore del libro “Io mi svezzo da solo”, consiglia di tagliare in pezzi piccolissimi gli alimenti e di proporli in questo modo al bambino.

Rapley invece, crede che l’approccio migliore sia quello di tagliare il cibo in bastoncini o striscioline da lasciare a disposizione del bimbo che in questo modo è libero di toccare, mordicchiare e sperimentare come meglio crede.

Per avviare l’autosvezzamento non sono necessarie molte cose, se non il classico seggiolone o alzasedia, cucchiaini da caffè e forchettine da dolce usati dalla famiglia quando il bimbo smetterà di mangiare con le manine, bavaglini o vecchia maglietta per evitare macchie sui vestitini e se si desidera un vecchio lenzuolo o un giornale da mettere a terra per facilitare e velocizzare la pulizia dei pavimenti.

Il bambino sarà pronto per autosvezzarsi quando:

  • sarà in grado di stare perfettamente seduto da solo senza aiuti
  • avrà perso il reflusso di estrusione, cioè il movimento con cui tira fuori la lingua se gli viene stimolata la bocca e che gli serve per la suzione al seno
  • inizierà a mostrare chiaro interesse e curiosità per la tavola degli adulti
Questo solitamente avviene intorno ai sei mesi e frequentemente il momento viene posticipato ben oltre dal bambino stesso.
Raramente alcuni bimbi molto precoci anticipano i tempi.
Di fondamentale importanza è avere rispetto della tempistica del bambino, dei suoi gusti personali, delle sue scelte e del suo senso di sazietà. Non allarmiamoci quindi, se nostro figlio sembra avere poca fame o aver mangiato poco perché i bambini hanno una straordinaria capacità di autoregolarsi.

Photo credits: ImipolexG su Flickr

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