Il ciuccio, o succhietto, è uno degli oggetti più iconici e discussi dell’infanzia. Spesso visto con sospetto, in realtà è uno strumento prezioso che, se scelto e utilizzato correttamente, può migliorare significativamente il benessere del bambino e, di riflesso, quello dei genitori. Il suo ruolo va ben oltre il semplice placare il pianto: risponde a un bisogno primario e istintivo che affonda le radici nella vita prenatale.

Ciuccio: cos’è e qual è la sua reale funzione
Il ciuccio è progettato per soddisfare il riflesso di suzione non nutritiva, un istinto innato presente nel feto già a partire dal terzo trimestre di gravidanza. Questo gesto non è legato alla fame, ma ha funzioni fondamentali per lo sviluppo neuro-vegetativo del neonato, dandogli sicurezza e consolazione. Il succhiare, infatti, ha un effetto calmante immediato, abbassando il battito cardiaco e rilasciando endorfine. È un vero e proprio “pacificatore” che aiuta il bambino a gestire lo stress, le coliche, o semplicemente a consolarsi e addormentarsi. Il ciuccio è fondamentale anche nella regolazione del sonno, perché aiuta molti neonati a stabilire un ritmo sonno-veglia più regolare. Inoltre, se della forma corretta, il ciuccio può supportare il corretto posizionamento della lingua e l’armonizzazione dei muscoli oro-facciali.
Nonostante ciò, il ciuccio costituisce una delle preoccupazioni maggiori per i neogenitori, in particolare riguardo la possibile “confusione seno-ciuccio” è una possibilità di dipendenza verso l’oggetto. Per questo, la scelta di un ciuccio per neonati allattati al seno deve essere ponderata e spesso orientata verso modelli specifici. Generalmente, molti esperti consigliano di aspettare che l’allattamento sia ben avviato, ovvero dopo circa 4-6 settimane, e di optare per tettarelle che mimano il più possibile la forma del capezzolo in bocca, come quelle a forma di ciliegia o rotonde, le quali favoriscono il movimento di “avvolgimento” della lingua, tipico per una suzione efficace al seno.
Tipologie di ciucci: scegliere il meglio per ogni esigenza
Il mercato dei ciucci offre una grande varietà di forme e materiali, e spesso crea molta confusione. Le differenze principali, però, si riducono a due aspetti: il materiale e la forma della tettarella. Per quanto riguarda il materiale, il più diffuso è sicuramente il silicone, un materiale sintetico, trasparente, inodore e insapore. È molto igienico perché facile da sterilizzare, e molto resistente. È spesso consigliato nei primi mesi, prima della dentizione, poiché è meno soggetto a deformarsi. Si trova poi il lattice, un derivato dalla gomma naturale, più morbido ed elastico del silicone. Questa morbidezza lo rende preferibile quando spuntano i primi dentini (dopo i 6 mesi), ma ha il difetto di assorbire odori e sapori e di usurarsi più rapidamente, richiedendo sostituzioni più frequenti. Riguardo le forme, invece, il tema è complesso, perché la forma della tettarella è cruciale per lo sviluppo orale del bambino.
La forma a ciiliegia/rotonda, è la più classica. È simmetrica e tondeggiante, e ricorda maggiormente il capezzolo materno. Il suo uso è sconsigliato in età avanzata, perché favorisce il “morso aperto”. La forma anatomica/ortodontica è invece la più moderna, ha una base più sottile e una tettarella più schiacciata che meglio si adatta al palato, riducendo il rischio di malocclusioni e problemi dentali. Oltre a materiale e forma, è importante anche la misura corretta: 0-2 mesi; 0-6 mesi; 6+ mesi etc.