Panique au village, direttamente dal Festival di Cannes un film in stop motion per piccoli e grandi

di Redazione Commenta

Co-Boy e Indien sono professionisti dei disastri. Non appena mettono in atto un progetto, il caos si scatena. Questa volta vorrebbero augurare un buon compleanno a Cheval. Cosa regalargli? Un barbecue da montarsi da solo. Bell’idea, peccato che sbagliano l’ordinazione e si fanno consegnare un miliardo di mattoni. Non è più un compleanno, ma uno tsunami! La casa di cheval sparisce schiacciata sotto i mattoni. Bisogna ricostruirla. Altro che compleanno! Soprattutto quando dei ladri si appropriano dei muri appena ricostruiti. Decisamente, cheval non potrà mai approfittare di questa giornata speciale per raggiungere la puledra che ama.

PANIQUE AU VILLAGE
Dopo il successo della serie televisiva, Panico al villaggio è diventato un film. Accolto con entusiasmo di critica e pubblico a Cannes 2009, i suoi giocattoli di plastica animati sono volati ad Hollywood per partecipare all’Oscar. Al ritorno, in Francia, selezionato per il premio Cèsar. Ultimo, recentissimo riconoscimento il Platinum Grand Prize al Future Film Festival di Bologna 2010. Il film era in selezione ufficiale come “Proiezione di mezzanotte” al 62mo Festival di Cannes (2009). il film/gioiello di animazione Panico al villaggio esce il 25 giugno in Italia.

Basato su una serie televisiva belga di grande successo, popolarissima anche in Francia ed in altri paesi europei (tra cui l’Inghilterra, dove a curarne l’adattamento è la
Aardman) Panico al villaggio è uno dei pochi film d’animazione ad essere mai entrato a far parte della selezione ufficiale di Cannes. Se c’è riuscito, non è solo per la
popolarità ma anche per la divertente e folle anarchia creativa.

UN FILM IN STOP-MOTION
In un mondo popolato unicamente da personaggi che altro non sono che i pupazzetti di plastica di persone o animali con i quali tanti di noi hanno giocato da bambini, le cui scenografie sono realizzate da un mix di collage e animazione tradizionale, si muovono tre bizzarri protagonisti: Cavallo, Cowboy e Indiano. E i nomi non sono messi lì a caso. Di questa particolare famiglia, gli ultimi due sono i perenni combina guai e non perdono l’occasione di confermalo quando, per fare un regalo a Cavallo, si fanno consegnare per errore 50 milioni di mattoni invece di 50. Da questo incidente prenderà il via una rocambolesca serie di eventi che porterà i nostri eroi attraverso scuole di musica, boschi, e giù verso il centro della Terra, il Polo, le profondità dei mari e via di nuovo fino a casa, attraverso il passaggio permesso dallo stagno dei vicini.

UN FILM PER GRANDI E PICCINI
Quello che colpisce di più, del film ideato e diretto da Stephane Aubier e Vincent Patar è che, pur essendo un prodotto perfettamente fruibile per i bambini di tutte le età (e forse a loro primariamente indirizzato), è in grado di conquistare gli adulti con la sua folle ed anarchica creatività: Panico al villaggio è infatti caratterizzato da uno humour non-sense ed obliquo che ignora e sovverte ogni regola della logica e della fisica. Non è un caso se, per le serie televisive con protagonisti gli stessi personaggi, in patria abbiano tirato in ballo gente come Tati o Keaton, per quanto gli autori rivendichino la loro autonomia creativa.
Il ritmo, tenuto anche conto della durata molto breve del film, solo un’ora e un quarto, è elevato e senza sosta, e le invenzioni visive e narrative di Aubier e Patar si susseguono instancabili, sempre con grande attenzione ai dettagli. E l’estetica rigorosamente retrò e low-fi del film fa tratti tornare alla memoria certi esperimenti con la stop-motion di un certo Michel Gondry.

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