Mortalità infantile in calo nel mondo, ma è ancora tanta la strada da fare

di Redazione Commenta

Nel mondo muoiono meno bambini al di sotto di 5 anni: la buona notizia arriva dalle nuove stime dell’università di Washington a Seattle, che aggiornano quelle dell’Unicef, che risalgono al 2008. I nuovi dati, pubblicati nell’edizione online della rivista The Lancet, indicano che le morti di bambini con meno di 5 anni sono 820.000 in meno rispetto alle ultime stime dell’Unicef. Complessivamente nel mondo dal 1970 ad oggi la mortalità infantile si è ridotta di circa il 60%, con una media del 2% l’ anno. Un dato che, secondo i ricercatori dell’Istituto per la valutazione della salute (Ihme) dell’università di Washington, dimostra come molti Paesi poveri abbiano fatto progressi nella tutela della salute dei più piccoli.

PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Il problema riguarda infatti quasi completamente i Paesi in via di sviluppo (per la metà le morti infantili avvengono nell’Africa subsahariana e per un terzo in Asia) e solo l’1% delle morti di bambini al di sotto di 5 anni avviene nei Paesi industrializzati. Obiettivo della ricerca, coordinata da Christopher Murray, era verificare quanti Paesi sono vicini a raggiungere l’ Obiettivo di Sviluppo del Millennio di ridurre di due terzi dal 1990 al 2015 la mortalità nei bambini con meno di 5 anni. Nello studio sono stati considerati 187 Paesi, nei quali si sono calcolati i dati relativi alla mortalità infantile dal 1970 al 2010, utilizzando indicatori di diversi tipi e valutandoli con un metodo completamente nuovo.

PROGRESSI
Dallo studio è emerso che nel mondo la mortalità infantile al di sotto di 5 anni si è ridotta da 11,9 milioni nel 1990 a 7,7 nel 2010, quasi tutte concentrate nel periodo intorno alla nascita e nel primo anno di vita. Considerando il periodo che va dal 1970 ad oggi, se 40 anni fa erano 40 i Paesi in cui morivano 200 nati su 1.000, nel 1990 erano scesi a 12 e oggi nessun Paese registra più un indice così elevato. In 13 regioni del mondo, comprese tutte quelle dell’Africa subsahariana, si sono registrati progressi notevoli negli ultimi 20 anni. Tuttavia c’é ancora molto lavoro da fare per raggiungere l’Obiettivo del Millennio perché sono sulla strada giusta soltanto 31 Paesi in via di sviluppo e 54 Paesi industrializzati.

EUROPA
Tuttavia la situazione non è semplicissima nemmeno nel mondo industrializzato, dove la Gran Bretagna registra il più alto tasso di mortalità infantile in Europa occidentale, con 5,3 bambini morti su 1.000 nati. Un dato che ha fatto scivolare il Regno Unito dal 12/mo posto che occupava nel 1970 al 33/mo. L’Italia è al sesto posto in Europa, con 3,3, alla pari con il Portogallo, che nel 1970 registrava 74 morti su 1.000. Sempre in Europa occidentale, il Paese più virtuoso è l’Islanda (2,6), seguita da Svezia (2,7), Cipro (2,8), Lussemburgo (2,9) e Finlandia (3,0).

STATI UNITI
Sono scesi al 42/mo posto nel mondo, con 6,7 bambini morti su 1.000 nati. Come il Canada, dove il tasso di riduzione della mortalità al di sotto dei 5 anni è variato molto lentamente, con una media del 2%-3% l’anno contro il 3%-5% degli altri Paesi industrializzati.

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