Metodi per partorire: il parto in acqua

di Redazione Commenta

Da alcuni anni a questa parte molte donne scelgono di trascorrere il travaglio e poi di partorire in acqua, infatti diverse strutture ospedaliere sono dotate di una vasca apposita.

Vediamo cosa succede:

– la futura mamma viene immersa in una vasca dove l’acqua ha una temperatura di 37-38 gradi;
– la vasca è sempre igienizzata e l’acqua viene continuamente ricambiata;
– l’’immersione in acqua alleggerisce il corpo quindi si allevia il peso del pancione, alleggerendo i reni, la zona e lombare;
– grazie all’acqua i movimenti diventano più facili, siamo più agili, ci muoviamo più facilmente;
– il bacino diventa più mobile nelle sue articolazioni e quindi la discesa del bambino nel canale del parto è più semplice e naturale;
– l’’acqua calda rilassa tutti i muscoli, si rilassano anche i muscoli e i tessuti del collo dell’utero, che si dilata più velocemente, e delle strutture che formano il canale del parto, rendendo il passaggio del bambino più agevole e meno doloroso;

– nella vasca la mamma può assumere la posizione che le è più comoda;
– l’acqua ammorbidisce anche tutti i tessuti quindi al momento del parto diminuiscono le eventuali lacerazioni, la muscolatura del perineo è più elastica e quindi si può evitare l’episotomia;
– l’acqua aiuta a ridurre i dolori facilitando la respirazione;
– per il bambino ha meno problemi nella fase del passaggio tra la vita intrauterina a quella extrauterina.

Il parto in acqua è indicato nei casi:

– la gravidanza è sempre andata bene senza disturbi particolari,
– la gravidanza è a termine,
– la gravidanza è singola,
– il bimbo è in posizione cefalica,
– il liquido amniotico è chiaro,
– la mamma non ha febbre o infezioni,
– la pressione arteriosa è normale.

Il parto in acqua è, invece, controindicato per le donne che soffrono di ipertensione, gestosi, diabete, pressione bassa , disturbi cardiaci, gravidanza gemellare, malattie infettive in corso o pregresse.

Adesso se qualcuna di voi ha provato questa esperienza ci piacerebbe che ce la raccontasse:
A VOI LA PAROLA.

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